Si chiude domenica 2 Dicembre
Formazione
Andrea Boschetti - chitarra ritmica
Mattia Martorano - violino
Diego Rossato - chitarra ritmica
Beppe Pilotto - contrabbasso
La partecipazione al concerto è gratuita e vista la limitata disponibilità di posti vi preghiamo di inviarci una
Durante l'intervallo verrà offerto un piccolo aperitivo con i vini
Alla fine del concerto sarà possibile acquistare direttamente in cantina i nostri
Il territorio dell’Altamarca offre oltre a testimonianze culturali immerse in scorci paesaggistici di grande impatto anche un’ottima cucina. Vi consigliamo di prenotare qualora voleste pranzare in zona. Potete trovare qualche consiglio sul nostro sito alla voce “Dove Mangiare”.
Silvana e Massimo vi aspettano
Cantina Fasol Menin
Via Fasol Menin 22/B
31049 Valdobbiadene
Tel. 0423.974262
Di seguito alcuni cenni storici con informazioni sugli artisti coinvolti.
"Jazz: incursioni di italianità’" di Mattia Martorano
"Degni di attenzione sono i contatti tra il Jazz e la cultura italiana, che risalgono alle origini della musica di New Orleans. Non fu trascurabile neppure l’influenza rivestita dalla comunità italoamericana, che controllava clubs e spettacoli, ma anche il celebrato Teatro d’Opera metropolitano, nel cui palinsesto il melodramma italiano, sempre presente, ispirava un senso melodico ai primi jazzmen influenzando gli standard della canzone del tempo.
Segni tangibili del contributo culturale dell’Italia si materializzano inoltre negli anni Venti, nelle figure dei musicisti italoamericani come Nick
Curioso anche il fatto che di questi ultimi, rimanga accanto ad un’incommensurabile quantità di incisioni, un solo unico storico documento filmico in cui viene eseguita proprio una canzone italiana in voga nel 1933: “Tornerai” di Dino Olivieri. Quì risulta evidente il legame con la tradizione canora operistica e napoletana.
La più convincente affermazione dell'interesse per la cultura jazz nel nostro Paese è avvenuta soltanto negli anni Quaranta grazie alle radio ed alle orchestre dei militari americani che contribuirono ad educare i musicisti italiani all’estetica dello swing americano. Vaste le produzioni di interpreti ed autori di canzoni legati a detta temperie culturale, portata poi al successo popolare negli anni Cinquanta da titoli come “Mille Lire Al Mese” (1954), “Nel blu dipinto di blu” (1958), “Donna” (1958), “Tu vuo’ fa l’americano (1957) etc."
Singolare esperienza di ricerca musicale, Alma Swing recepisce una tradizione tipicamente europea, quale è stata tra anni Trenta e Quaranta, ed é a tutt'oggi, l'hot jazz, contaminato dalla cultura nomade manouche del nord Europa, dalla mondanità parigina e dalla swing craze afro-americana.
Nondimeno, defilandosi dall'esperienza d'oltre oceano, Alma Swing raccoglie le basi estetiche di un jazz a corde specificatamente europeo (legato al chitarrismo di Django Reinhardt e alla finesse di Stéphane Grappelli), aprendone alla modernità i contenuti più peculiari, a cominciare da repertorio, prassi esecutiva, strumentazione tipica, sovrapposizione dell'idioma jazzistico e gitano, etc.
Le suggestioni di un'epoca, impresse nel vinile, nella voce dei grammofoni, nelle foto di repertorio retaggio della belle époque, si condensano in Alma Swing nella silhouette dell'orchestra rétro e in un organico acustico in cui sono protagonisti le tipiche chitarre manouche ed il violino. Sensibile alla più che mai attuale renaissance di una tradizione rimasta intatta nelle nuove generazioni di musicisti e di una pagina epocale della storia del jazz (presente finanche nel sonoro e nei frames del moderno circuito cinematografico), l'ensamble emerge quale voce importante nella compagine musicale italiana a rinverdire le sonorità che hanno alimentato la cultura e l'immaginario più vicini all'uomo contemporaneo e che certamente hanno inciso sul moderno sentire europeo
All'interno del proprio show Alma Swing propone una ricca selezione di brani con riferimento diretto alla discografia di settore, al repertorio tradizionale, agli autografi di Django Reinhardt e dei grandi interpreti contemporanei del jazz manouche, sino agli standards canzone e agli standards jazz americani. Di personale allestimento é inoltre una cernita di brani originali e musica made in italy , proveniente dal sonoro di storiche produzioni cinematografiche, dal repertorio della canzone anni '40 e '50, ancorché dal più moderno circuito radiotelevisivo, attraverso una selezione capace di evocare entro la cifra jazzistica e i canoni estetici dello swing a corde europeo, un immaginario musicale specificatamente italiano.
Django in Italia : in un itinerario senza soluzione di continuità tra swing tradizionale, standards, sonorità folkloriche e idioma jazzistico, lo spettacolo prolunga ipoteticamente la vicenda artistica d'oltralpe di Django Reinhardt nella penisola italica, dagli Anni Trenta sino ai giorni nostri, prestando a contaminazione la formula stilistica del hot jazz parigino, finanche a toccare la sensibilità e la melomania propria mediterranea, prendendo spuno dal jazz americano musicisti del calibro di Gorni Kramer, Alberto Rabagliati, Natalino Otto, hanno saputo dare una nuova e diversa impronta alla musica popolare italiana, creando nuovi schemi ed avvicinando la tradizionale canzone leggera ad esecuzioni di impronta prettamente jazzistica.
Non va dimenticato tra questi Fred Buscaglione che, con le proprie interpretazioni ed assoli di violino, diede per primo in Italia una valenza jazzistica a proprie composizioni o arrangiamenti, in contrapposizione all'impiego squisitamente classico-concertistico di tale strumento, così come Kramer seppe invece fare con la fisarmonica, strumento europeo per eccellenza.
Fabrizio Rispoli
Fabrizio Rispoli cantante e chitarrista originario di
Dopo la registrazione del CD “Nu jazz” con brani originali di Aaron Tesser e
1 commento:
Gironzolando per il web mi vengono ogni tanto in mente i vecchi amici e allora provo a digitarne il nome: stavolta è toccato a Massimo De Nardo che non vedo da tanti anni e te lo ritrovo a capo di un'incantevole azienda vinicola nella sua altrettanto incantevole terra che non visito da tanti (troppi) anni. Spero che questo sia un motivo in più per rimediare a questo ritardo.
Ciao Max con i miei migliori auguri di Buon Anno (visto che siamo ancora in periodo di festività)
ALDO STACCIOLI
P.S. I miei riferimenti
aldostaccioli@yahoo.com
mobile 3339775554
Già che ero qui mi sono anche iscritto al blog: http://waldospace.blogspot.com/ , anche se non ho postato ancora niente... ;-)
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